Isola di Kea

Isola di Kea Isola di Kea Maurizia Novelli

Provenendo da Capo Sounion e navigando verso E, l'Isola di Kea è la prima isola delle Cicladi che si incontra (infatti è posta a 12-13 miglia ad E di Capo Sounion). Non è molto battuta dal turismo ed è ancora piuttosto poco sfruttata.

E' prevalentemente brulla e montagnosa, scarsamente abitata.

Molti dei suoi abitanti, negli ultimi anni hanno abbandonato l'isola e si sono spostati ad Atene.

La maggior parte della popolazione rimasta risiede nella chora oppure nel villaggio di Ay Nikolau.

kea 2 earth new

Ormos Kavia

Noi siamo passati da Kea a metà giugno e tra le varie possibilità di ancoraggio che offre l'isola, abbiamo scelto a colpo sicuro Ormos Kavia, che abbiamo stabilito essere la più idonea sia per la nostra rotta sia come sosta notturna, visto che siamo arrivati a Kea con un leggero vento di NE.

Avvicinamento

Provenendo da W porre attenzione ad una secca rocciosa posta a SSW di Ak Makrophounda.

Entrando nella baia, si  identificano dei mulini a vento posti sulle alture circostanti, una chiesetta bianca e un grosso edificio sul lato N della rada.

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Ancoraggio

kea 5 kavia rada

La rada è ben ridossata dal meltemi ed è molto piacevole, nonostante che ultimamente sia molto aumentato il numero di costruzioni.

La rada di Kavia è suddivisa in tre piccole anse, quella più centrale, orlata da una spiaggia sabbiosa attrezzata con ombrelloni e sdraio, è quella con il fondo migliore.

Le altre due anse, poste rispettivamente a W e a E della spiaggia centrale hanno un fondo prevalentemente roccioso.

Sulla rada ad W si affaccia una piccola chiesetta bianca (foto successiva).

                                                                              kea 6 kavia

La rada a E ha fondo roccioso e ospita un altro stabilimento balneare, con un pontiletto adatto all'approdo dei gommoni.

Noi abbiamo sostato a Ormos Kavia con venti moderati di NE e di conseguenza, ovviamente siamo stati benissimo.

Alcuni amici ci hanno raccontato di aver sostenuto a Ormos Kavia un meltemi forza 8 per diversi giorni, senza particolari problemi.

Ovviamente più si ancora esternamente, meno si è protetti dall'onda, che nel caso di meltemi tende a insinuarsi nella rada.

Se si ancora troppo vicino a riva, il fondo è costituito da un'alternanza di sabbia e roccia, che in alcuni punti è scarso tenitore.

Di fronte alla spiaggia centrale, durante l'estate, sono state posizionate dei galleggianti che delimitano l'area riservata ai bagnanti, quindi è giocoforza ancorare un poco più al largo rispetto alla riva.

Alcuni portolani segnalano la presenza di blocchi di ormeggio e di catene sul fondo e consigliano di calare un grippiale.

Noi abbiamo ancorato mantenendoci di fronte alla spiaggia centrale, su 6 metri di sabbia chiara (acqua molto trasparente e cristallina) e non abbiamo notato nulla, quindi non siamo stati a calare il grippiale, pur avendolo già armato.

La trasparenza dell'acqua ci ha invogliato a fare il bagno, la temperatura un po' meno!

Servizi a terra

La spiaggia centrale ospita un ristorante caratterizzato da un ambiente abbastanza curato, anche se forse non molto tipico greco.

Si cena su di una terrazza circondata da tamerici, piacevole come ambientazione.

Il nostro consiglio è di sedersi lontano dalle lampade, in quanto nei tavoli più illuminati arrivano un sacco di insetti, attirati dalla luce.

La cena è stata gradevole, ma il personale ci è sembrato non particolarmente disponibile.

L'ansa a E ospita un piccolo bar, accessibile in tender dal pontiletto di cui sopra.

Invece la trattoria di Manos, di cui parlano alcuni portolani, presso cui trovare anche acqua e carburante, al momento in cui scrivo è chiusa.

Abbiamo chiesto informazioni: Manos è morto da alcuni anni.

Purtroppo, a Ormos Kavia, non esiste alcun collegamento per la chora, né bus né taxi, quindi a malincuore abbiamo dovuto rinunciare alla visita della città vecchia.

Dopo una notte piacevolissima alla ruota, il mattino abbiamo salpato alla volta di Kitnos.

Per completezza riporto anche le seguenti indicazioni che riguardano altri possibili ancoraggi su Nisis Kea.

Ormos Pisa

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Rada sulla costa sud occidentale di Kea, posta a poca distanza a N di Ormos Kavia.

Col meltemi entra un po' di onda che rende disagevole l'ancoraggio.

Aperta a S e a W.

Eventualmente ancorare su 6-8 metri su fondo di sabbia.

Qualche trattoria.

La rada immediatamente a N di Ormos Pisa ha fondali molto profondi.

Ormos Otzias


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Rada posta a N dell'isola.

É utilizzabile solo con calma di vento.

Ancorare nella parte terminale, in 5-6 metri di acqua, in chiaro dalle boe che delimitano l'area riservata ai bagnanti.

In fase di avvicinamento, prestare attenzione ad uno scoglio emerso posto ad E rispetto all'ingresso della rada.

Khalidhoniki (Spathi)

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Si tratta di una piccola rada posta a NE dell'isola, racchiusa a N da Ak Spathi.kea 10 spathi earth

 

La protezione dal meltemi è buona, ma entra un po' di onda. Aperta a S, SE.

Ancorare al fondo della rada, su fondo sabbioso, in 3-5 metri di acqua.

A terra una taverna.

Ormos Polais

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Si tratta di una rada piuttosto aperta, posta sulla costa SE di Kea.

Tra l'isolotto posto al centro della rada e la terra ci sono delle secche.

Ancorare quindi a E dell'isolotto.

Evitare questo ancoraggio in caso di meltemi, che provoca onda.

La rada è utilizzabile solo con calma di vento o con venti deboli da N.

Ancorare su 3-4 metri di fondo di alghe, sabbia e rocce, non ovunque buon tenitore.

Ay Nikolaou

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Grande baia sulla costa NW di Kea.

Avvicinamento

Già da lontano, provenendo da N, si vede il villaggio della chora sulla collina.

Violente raffiche spazzano la baia in caso di meltemi.

Ancoraggi – Ormeggi

Ci sono diverse possibilità per sostare.

1) Ormos Livadhi (Sud della baia)

E' possibile ormeggiare di poppa o di prua (dando ancora) alla banchina di Korissia, ma attenzione a non occupare l'ormeggio dei traghetti.

In questa posizione il ridosso per il meltemi è discreto.

Acqua in banchina (che però in estate potrebbe essere razionata).

Il carburante viene consegnato in banchina con una piccola autobotte.

Negozi per la spesa e ristoranti a Korissia.

La seguente foto è relativa alla banchina di Korissia.

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E' anche possibile stare alla ruota nella rada, di fronte alla banchina, tenendo conto che il fondo di alghe e fango non è buon tenitore. Quindi conviene utilizzare questa soluzione solo con calma di vento.

2) Ormos Vourkari ( NE della rada)

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Si può ormeggiare di poppa o di prua alla banchina (dando ancora), ma le profondità in banchina sono scarse e arrivano ai 2 m solo nella parte centrale della banchina (area indicata dal rettangolo rosso, nel piano). In ogni caso è da preferire l'ormeggio di prua.

Da entrambi i lati della banchina (fuori dal rettangolo), le profondità sono insufficienti.

Inoltre, di fronte alla banchina i fondali diventano rapidamente molto profondi, ragion per cui è necessario dare molta catena, se si decide di ormeggiare qui.

Accertarsi con cura della tenuta dell'ancora, dal momento che il fondo di fango e alghe non offre una totale garanzia di tenuta, e che in questo ormeggio il meltemi avvicina alla banchina.

E' anche possibile stare alla ruota di fronte alla banchina.

In tal caso ancorare in chiaro dagli ormeggi permanenti posizionati nella parte NE della rada su un fondale di 8-10 metri.

In estate la rada è molto affollata.

Servizi a terra

Acqua e corrente in banchina a Vourkari.

L'acqua in estate potrebbe essere razionata.

Negozi per la spesa e ristoranti nel borgo di Vourkari.

 

3) Coal Bunker Bay (N della rada)

Dare ancora di fronte ai vecchi depositi di carbone, a N della rada, prestando attenzione a dei cavi sommersi, su fondo di fango e alghe, mediocre tenitore.

Accertarsi della tenuta dell'ancora.

Buon ridosso dai venti del settore N.

Cosa vedere a terra

Il borgo di Vourkari è piacevole e pittoresco e merita una visita.

Inoltre da Vourkari esiste la possibilità di raggiungere in autobus la chora, l'antico villaggio estremamente suggestivo arroccato sulla collina.

Conviene salire in auto e scendere a piedi, per godersi il panorama.

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Con una camminata di una ventina di minuti, partendo dalla chora, si arriva a una  scultura ionica del 600 a.C., che rappresenta un grande leone.

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