Isole Columbretes

Arcipelago Columbretes Arcipelago Columbretes Maurizia Novelli

Le isole Columbretes sono un piccolo ma estremamente suggestivo arcipelago di isolotti e scogli di origine vulcanica situati praticamente sulla rotta tra Castellon de la Plana (una cittadina che si affaccia sulla costa meridionale della Spagna a 34 miglia a NE di Valencia) e Maiorca.

Distano 30 miglia da Castellon de la Plana, circa 80 dal punto più occidentale di Majorca (Dragonera) e 60 dalla costa settentrionale di Ibiza (Portinax).

columbretes 2 generale earth

Da quanto detto, è evidente che possono risultare molto comode come tappa intermedia per spezzare in due la navigazione tra la costa spagnola e Majoca oppure Ibiza.

Va subito detto che la sosta alle Columbretes (in realtà a Columbreta Grande, che è tra tutte la più grande, la più protetta e l’unica in cui è consentita la sosta notturna) va programmata esclusivamente in caso di tempo dichiaratamente buono e organizzando i tempi in modo da prevedere, nel caso che per qualche motivo non ci si possa fermare, di poter anche proseguire direttamente verso il prossimo obiettivo, possibilmente facendo in modo di poterlo raggiungere di giorno.

Per precisione, allego anche la seguente mappa Navionics , dalla quale si capisce, osservando le isobate, che questo gruppo di isolette poggia su di un “altopiano sottomarino” caratterizzato da fondali relativamente bassi di 80-90 metri anche parecchio lontano dalla costa spagnola, fondali che poi precipitano improvvisamente fino a 900-1000  metri, ad E e a S delle Columbretes.

columbretes 3 mappa

La mappa precedente consente anche di capire che questo piccolo arcipelago non fa geologicamente parte delle Baleari (amministrativamente dipende da Castellon de la Plana).

Inoltre, poichè i fondali rimangono bassi per molte miglia al largo della costa spagnola, succede frequentemente di incrociare grossi navi da carico ferme alla fonda praticamente in mezzo al mare. Tenere presente questa particolarità, soprattutto se si sta navigando di notte.

Sulla seguente immagine dal satellite, che consente di identificare i quattro gruppi di isolotti che costituiscono questo particolarissimo e poco conosciuto arcipelago, ho indicato solo i nomi degli scogli di dimensioni maggiori di ciascun gruppo.

columbretes 4 arcipelago

Avvicinamento, pericoli

Se si esclude una secca coperta da 6,5 metri d’acqua tra Isla La Ferrera e Isla La Horadada e tutta una serie di scoglietti in vicino all’isolotto El Bergantin (anche chiamato El Caraillot), non ci sono particolari pericoli,in avvicinamento.

Tuttavia la cosa migliore, provenendo da W, è passare a N del faro e entrare con rotta NE a Porto Tofino, puntando verso il centro dell’insenatura.

Provenendo da Majorca, l’accesso a Porto Tofino è diretto.

La seguente fotografia è stata scattata in avvicinamento da W alle Columbretes, con un bel vento di 15 nodi da SE.

Nei tre riquadri gialli ho indicato, da sinistra, Columbreta Grande, La Ferrera e La Horadada.

columbretes 5 avviciamento

L’arcipelago delle Columbretes sono un Parco Nazionale protetto e l’ancoraggio è vietato ovunque.

Campo boe

Si può sostare solo su dei gavitelli appositamente predisposti e disposti come indicato con il simbolo di una boa nera nella seguente mappa Navionics .

columbretes 6 mappa dettaglio

Più precisamente ci sono:

11 gavitelli all’interno della rada di Porto Tofino, a Columbreta Grande.

Questi sono gli unici gavitelli sui quali è possibile sostare anche di notte.

1 gavitello a W di Columbreta Grande

1 gavitello ad W di Islote La Ferrera

2 gavitelli ad W di Islote La Horadada

I gavitelli sono gestiti e controllati dai guardiani del Parco, sempre presenti sull’isola, anche in inverno.

Al momento dell’arrivo, chiamare Porto Tofino , o Parco Columbretes su Vhf Ch 9 e chiedere se ci sono gavitelli disponibili e su quale ormeggiare.

Sono gli stessi guardiani del parco che dicono a quale boa sostare (sono tutte numerate), in base al pescaggio e alla dimensione dell’imbarcazione.

Le boe sono non servite (ossia non ci sono addetti che prendono la cima) e gratuite e, se disponibili, si può anche stare più giorni.

Tener conto che verso mezzogiorno arrivano delle barche turistiche da Castellon e le imbarcazioni turistiche hanno la precedenza su quelle da diporto, quindi è possibile che venga chiesto di lasciare libera la boa. 

Ovviamente le boe di Porto Tofino sono quelle più protette.

L’insenatura è totalmente aperta ad E e a NE, parzialmente protetta da SE da Islote Mancolibre e Islote El Mascarat ed è protetta da NW, W e SW.

Ripeto ancora una volta che si può pensare di programmare una sosta qui esclusivamente nel caso di venti deboli/moderati.

Con venti forti la sosta è sconsigliabile e pericolosa.

In alta stagione può non essere facile trovare delle boe libere.

Infatti , oltre alle imbarcazioni turistiche di cui ho parlato prima, anche qualche barcha da pesca è solita ormeggiare a Porto Tofino, per passare la notte.

columbretes 7 ormeggio

La parte centrale della rada ha fondali profondi, ma avvicinandosi a riva il fondale diventa molto irregolare , con presenza di scogli sommersi.

In particolare prestare attenzione a non avvicinarsi troppo alla riva S dell’insenatura, per la presenza di uno scoglio a pelo d’acqua, in prossimità della boa numero 3, che è quindi utilizzabile solo da imbarcazioni di piccole dimensioni, come indicato dalla seguente mappa Navionics .

columbretes 8 mappa

La cosa migliore per avvicinarsi ai gavitelli è quella di portarsi in centro della rada e poi avvicinarsi alle boe più esterne con la dovuta cautela e seguendo una rotta “a raggiera” evitando in ogni caso di navigare vicino a costa e parallelamente ad essa.

Comunque, se disponibili, le boe centrali (numero 8 e 9) sono le migliori, con fondali di una decina di metri.

La seguente fotografia della rada, scattata dall’alto, consente di rendersi perfettamente conto del tipo di fondale che ne borda le rive.

Sulla foto ho indicato i gavitelli con degli ovali gialli, e la zona di scogli emersi con un ovale rosso.

columbretes 9 porto tofino

Le boe sono facili da prendere e, come praticamente dovunque in Spagna, hanno un galleggiante più grande (in questo caso di colore giallo) cui è collegata con un pendino un’altra boetta (rossa nella foto).

Col mezzo marinaio si prende il pendino e si tira su la boetta rossa, cui è collegata un anello (o una redancia), in cui passare la cima della imbarcazione.

columbretes 10 boe

All’interno della rada è possibile spostarsi in tender, noi ci siamo spostati esclusivamente a remi, per rispettare la tranquillità che regna in questa piccola isola e per cercare di inquinare il meno possibile le sue acque cristalline.

Possibile e consigliatissimo fare snorkeling, per ammirare i molti pesci che popolano il fondale.

Le rive dell’insenatura sono orlate da pareti rocciose che in alcuni punti assumono conformazioni e colori particolarmente suggestivi.

columbretes 11 riva rocciosa

Quello che è assolutamente vietato è scendere a riva senza l’accompagnamento dei custodi del parco.

Se si vuole scendere a terra per una visita è indispensabile chiamare i custodi, all’arrivo, e chiedere un appuntamento.

All’ora convenuta, scendere a terra con il tender.

Lungo la riva W dell’insenatura c’è una scaletta di roccia scura scavata nella pietra, con degli anelli per fissare la cima del tender.

I rangers del parco aspettano ai piedi della scaletta gli equipaggi che hanno prenotato la visita.

columbretes 12 scaletta

La visita dura circa mezz’ora, parte dalla scaletta e arriva fino al faro, percorrendo un facile sentiero lastricato, per il quale non sono nemmeno necessarie scarpe da ginnastica, bastano le ciabatte da spiaggia.

I guardiani, generalmente gentili e disponibili, spiegano (in inglese oppure in spagnolo) a grandi linee come si sono formate le isole, illustrano la flora e la fauna tipiche, evidenziando le specie rare (come il falco Eleonora e il gabbiano corso) o addirittura presenti esclusivamente alle Columbretes, come la Lobularia Maritima Columbretensis, ritratta nella seguente fotografia.

columbretes 13 lobularia maritima columbretensis

I primi visitatori greci e romani che approdarono sull’isola, la trovarono infestata da serpenti (coluber, in latino), da cui il nome di Columbretes.

L’isola di Columbreta Grande fu utilizzata come rifugio di pescatori ma anche di pirati fino ai primi anni del 1800.

Il faro fu costruito dal 1856 al 1860.

Da quel momento l’isola ospitò una minuscola colonia formata dai custodi del faro e dalle loro famiglie.

L’isola venne totalmente abbandonata nel 1975, anno in cui il faro fu automatizzato.

columbretes 14 faro

A partire dal 1987, dopo l’istituzione del Parco Nazionale, l’isola è stata di nuovo abitata dai guardiani del parco: ce ne sono sempre 5, durante tutto l’anno, che si alternano con turni di 15 giorni.

Hanno funzioni sia di controllo che di monitoraggio delle specie animali e vegetali presenti sulle isole.

La visita a terra è consigliatissima non soltanto per i contenuti, che ho cercato di riassumere brevemente, ma soprattutto per i panorami mozzafiato che si ha la possibilità di ammirare e che non si finirebbe mai di fotografare.

columbretes 15 sentiero

Ricorderemo sempre questa bella sosta, che , insieme a quella dell’isola di Cabrera, altro Parco Naturale , è stata la più apprezzata fra le tante che abbiamo fatto alle Isole Baleari, per la grande suggestione del paesaggio e per l’atmosfera di pace, quasi d’altri tempi, che l’isola riesce ad evocare.

Speriamo che si mantenga così.

Noi abbiamo sostato a Columbreta Grande due volte. La prima provenendo da Ibiza (Cala Blanco) e proseguendo per Castellon de la Plana, la seconda provenendo da Castellon de la Plana e proseguendo per Maiorca (La Calobra).

columbretes 16 ormeggio

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