Cala d’Addaya è un lungo e stretto fiordo, all’interno del quale il ridosso è praticamente totale, profondamente scavato nella costa nordorientale di Minorca, che ospita un piccolo ma graziosissimo porticciolo ulteriormente riparato dall’isolotto Illa de ses Mones, ben visibile nella precedente fotografia.
La zona utilizzabile per l’ancoraggio, come vedremo in seguito in modo dettagliato, non è molto ampia.
Cala d’Addaya è praticamente a metà strada tra la la Rada di Fornells, dalla quale dista circa 6 miglia e l’Isla Colom, dalla quale dista 5,5 miglia.
Ricordiamo per inciso che sia a Fornells che a Isla Colom vengono installati dei campi boe stagionali governativi, gestiti da Balearslifeposidonia.
Avvicinamento, pericoli
Se è vero che, una volta entrati nel fiordo di Cala d’Addaya il ridosso è sicuro, è altrettanto vero che l’accesso alla rada è assolutamente impossibile nel caso di forti venti e di onda dal largo.
Infatti le coste del fiordo sono a tratti irte di secche rocciose e contornati da bassi fondali estremamente insidiosi.
A NW di Illa Petita d’Addaya una secca rocciosa di 6 metri di profondità (Llosa del Mitx), che in condizioni di mare calmo, non desta alcuna preoccupazione, può diventare pericolosa con forte onda dal largo.
I pericoli maggiori sono delle secche rocciose (che ho indicato con un ovale rosso sulla precedente immagine dal satellite) dalla profondità di meno di un metro situate immediatamente ad W degli isolotti Carabò e Carabonet, per evitare le quali occorre tenersi più spostati verso la parte W del canale di accesso e percorrere una rotta a “gomito” molto accentuata.
Per cominciare a chiarire le idee, ho approssimativamente indicato con una linea gialla la rotta da seguire nell’entrare a Cala d’Addaya.
Una serie di gavitelli rossi e verdi indicano la rotta da seguire: se li si individua con attenzione e si tiene sempre, entrando, il rosso a sinistra e il verde a destra, non ci sono grossi problemi e la profondità si mantiene su circa 4 m.
Ovviamente in uscita i gavitelli verdi si devono tenere a sinistra e quelli rossi a destra.
Ma vediamo le cose in modo più dettagliato.
Come ben si vede esaminando con attenzione la precedente immagine dal satellite, le secche rocciose più insidiose sono a N, a W e a SW degli isolotti Carabò e Carabonè, quindi il punto in cui la rotta è meno lineare, è proprio al traverso dello scoglio Carabò e appena a N della Punta de la Torre.
Anche in questo caso ho indicato la rotta da seguire con una linea gialla e le secche rocciose con degli ovali rossi.
I punti verdi e rossi rappresentano invece la posizione approssimativa dei gavitelli di segnalazione del canale, la cui posizione può, di anno in anno, leggermente cambiare.
Noi siamo stati a Cala d’Addaya in due momenti diversi, a distanza di qualche anno l’uno dall’altro, ed entrambe le volte abbiamo trovato i gavitelli di segnalazione, con l’aiuto dei quali arrivare fino al porto (o nella rada a S del porto) non ha presentato grande difficoltà.
Una volta superato il passaggio più complesso di Punta de la Torre, il fondale diventa fangoso e il colore dell’acqua contribuisce ad aiutare ad individuare le zone di basso fondale.
Va da sé che, soprattutto se si giunge per la prima volta a d’Addaya, è opportuno procedere con una velocità bassissima e con molta cautela ed evitare di arrivare all’imbrunire o, peggio ancora, di notte, o anche solo con vento teso.
Nella seguente fotografia si possono riconoscere due dei gavitelli di segnalazione del canale di accesso, conico il verde, cilindrico il rosso.
Nella seguente fotografia, scattata dalla riva W del fiordo e a S di Punta de la Torre in un giorno di maestrale teso, si vede un pontile adatto a piccole imbarcazioni; inoltre ho indicato due gavitelli di segnalazione con due ovali rosso e verde e sullo sfondo si distingue l’ingresso del fiordo, con le onde frangenti.
Ancoraggio
Dopo aver doppiato Illa Monas (o Illa de ses Mones), che va lasciata ad W, ci si può dirigere al pontile del piccolo porto di Cala d’Addaya, oppure all’ancoraggio. Il passaggio a N di Illa Monas non è percorribile per via dei bassissimi fondali.
Ancorare immediatamente a S del porto su un fondo di 6 metri dove si alternano sabbia ed alga, non dovunque buon tenitore.
Verificare con cura la tenuta dell’ancoraggio.
Mantenersi in chiaro da un’ampia zona ostruita da ormeggi permanenti privati, non utilizzabili dalle barche in transito, che ho indicato con un rettangolo giallo sulla precedente immagine.
Nella zona più a S della rada i fondali diventano bassissimi.
Ricordo che anche qui, come in tutte le Baleari, è vietato ancorare su posidonia: alcuni addetti al controllo possono verificare se l’ancora e la catena sono state calate su sabbia e, in caso contrario, invitano a spostarsi.
Il colore del mare non è molto invitante, in quanto si tratta di un’area portuale.
La seguente fotografia, scattata dalla nostra barca all’ancora appena a S del pontile del porto, ritrae la parte S della rada, con un gran numero di barche stanziali su gavitello.
Da notare infine che Cala Molins (a SW di Punta de la Torre) è adatta solo a imbarcazioni di piccole dimensioni e limitato pescaggio.
Ormeggio in porto
Puerto deportivo de Cala d’Addaya
tel.+34 971 35 86 49
VHF Ch 9
Il porticciolo, grazioso ma molto piccolo, di fatto dispone solo di un breve pontile con fondali sufficientemente profondi per ospitare qualche barca in transito, che ho indicato con un rettangolo giallo sulla seguente immagine.
E’ evidente che, in piena estate, trovarvi posto è molto difficile.
Si consiglia di contattare la direzione del porto prima di entrare nella rada, specificando anche il pescaggio e la lunghezza della propria imbarcazione.
Noi avevamo trovato posto senza eccessive difficoltà a fine giugno.
Servizi
Nonostante le esigue dimensioni, il porticciolo è ben attrezzato e organizzato.
Ormeggiatori.
Colonnine per acqua e energia elettrica.
Servizi igienici e docce.
Carburante non disponibile, ma gli ormeggiatori possono fornire un parziale rifornimento con le taniche.
Il personale è generalmente gentile e disponibile.
La seguente foto ritrae il pontile del transito e alcune imbarcazioni alla ruota a S del porto.
Servizi a terra
Dietro al porto un’urbanizzazione piuttosto elegante e curata, dove si può trovare un market per spese essenziali (lungo la strada che costeggia ad W il porto).
Noleggio auto.
Taxi.
Bus per Mahon.
Curiosità
In occasione di una nostra sosta al porticciolo di Addaya, qualche anno fa, una piccola imbarcazione a motore è praticamente scoppiata di fronte al nostro posto barca e si è incendiata.
In quell’occasione abbiamo potuto renderci conto di quanto sia difficile spegnere un incendio a bordo, una volta che la vetroresina prende fuoco.
Le operazioni di soccorso e di spegnimento, infatti, sono durate molte ore.