L’isola di Patmos è la più settentrionale del Dodecanneso.
Le sue coste piuttosto frastagliate offrono sia diverse possibilità di ancoraggio in rada che quella di ormeggiare nel porto di Skala Patmos, incastonato in una profonda ansa.
L’isola è sovrastata dalla bella e particolarissima chora e dal Monastero di San Giovanni il Teologo.
Patmos è situata a una decina di miglia ad W di Lipsi e ad una ventina a NW di Leros.
Avvicinamento, pericoli.
In avvicinamento all’isola da E, porre attenzione a diversi scogli, isolotti e secche che ho approssimativamente indicato nella seguente immagine dal satellite con degli ovali rossi.
Procedere con attenzione, consultando le carte nautiche.
Inoltre tenere conto del fatto che la zona di mare lungo la costa E di Patmos è sferzata da violente raffiche,in caso di meltemi.
Lungo la costa E, oltre a quella del porto, si aprono diverse rade dove è possibile ancorare.
Esaminiamo in dettaglio tutti i possibili ancoraggi/ormeggi.
Ancoraggio di Nisis Ay Yeoryios
Si tratta dell’ancoraggio che abbiamo utilizzato noi, e ci siamo trovati molto bene (vedere foto di apertura dell’articolo).
L’ancoraggio è situato immediatamente ad W di Ak Tripiti ed è delimitato a S dai due isolotti di Ay Yeoryos e di Nisis Koudros.
Entrare nella rada con prudenza, mantenendosi ben in centro tra i due isolotti per evitare le secche rocciose che si protendono da entrambi verso il centro del canale.
La seguente foto ritrae l’avvicinamento alla rada.
Dare ancora di fronte alla bella spiaggia bordata di tamerici, che orla l’insenatura a N, su circa 6-8 metri di sabbia chiara.
Attenzione a non avvicinarsi ai bassi fondali che uniscono gli isolotti alla costa di Patmos.
Una chiesetta sovrasta la costa NE di Nisis Ay Yeoryios.
L’acqua è chiara e cristallina e invita al bagno ed il paesaggio è molto piacevole.
Una trattoria sulla spiaggia ha un aspetto piuttosto invitante, ma noi non l’abbiamo “collaudata”.
L’unico inconveniente è che questa insenatura è piuttosto lontana dalla chora, che comunque vale assolutamente la pena di essere visitata.
E’ possibile chiamare un taxi che porta alla chora (distante circa un quarto d’ora di auto) e prendere accordi con lo stesso autista per il ritorno (Tel +30 2247031225 tariffa andata/ritorno 45 euro, estate 2015).
Ormos Kambos
Situato immediatamente a W del precedente ancoraggio.
Fondo di sabbia e alghe.
In caso di meltemi forti raffiche spazzano la rada.
Scendendo a terra, se si percorre una strada in salita per un km e mezzo, di fronte alla chiesa, si trova un buon ristorante
Ormos Livadhia
E’ la rada situata subito a SW di Ormos Kambos ed è fronteggiata dall’isoletta Nisis Panaya.
La spiaggia è organizzata e occorre ancorare mantenendosi al di fuori dalla zona riservata alla balneazione.
Il fondo è costituito da un alternarsi di alghe, rocce e sabbia piuttosto dura.
La tenuta è abbastanza buona, a patto che l’ancora sia ben affondata.
Non avvicinarsi alla parte S della rada caratterizzata da bassi fondali.
Ormos Meloyi
E’ l’insenatura posta subito più a S di Ormos Livadhia ed è compresa tra Ak Melo e Ak Aspri.
Per avere una tenuta accettabile bisogna ancorare molto vicino a riva.
Comunque, tra tutte, è quella meno sicura.
Il fondo non tiene quando il vento è forte.
A terra una taverna e un campeggio che affitta degli scooter.
Ormos Grikou
Situata a 2 miglia a SE della rada del porto di Skala Patmos.
In avvicinamento porre attenzione agli scogli posti ad E di Nisis Tragos e ai numerosi scogli e isolotti di cui abbiamo già detto in apertura dell’articolo.
Il fondo è di alghe compatte e la tenuta è scarsa.
Però sono state installate delle boe di ormeggio.
Pur essendo la rada aperta a SE, la presenza di Nisis Tragos la protegge, almeno parzialmente, anche da venti da S.
Infine descriviamo il porto naturale di Skala Patmos.
Ormeggio a Skala Patmos.
Il porto è costituito da delle banchine di cemento poste al fondo di un’ampia rada ridossata dal meltemi ma sferzata da forti raffiche provenienti dalle alture circostanti.
Forti e prolungati venti del settore meridionale rendono pericoloso e insostenibile l’ormeggio.
Appena entrati nella baia si incontra, sul lato W, una grossa banchina di cemento riservata ai traghetti e alle navi crociera (tale banchina non è contenuta nella precedente immagine dal satellite).
Le barche da diporto devono proseguire fino alla banchina posta NW della rada, dare ancora e accostare di poppa o di prua.
Si ancora su un fondale di 6-9 metri, di sabbia, alga e fango, buon tenitore.
Tenere comunque conto del fatto che, in caso di meltemi, le raffiche colpiscono al traverso le imbarcazioni ormeggiate, quindi dare molta catena.
Acqua e corrente elettrica in banchina.
Recentemente è stato costruito un nuovo pontile che sporge dal lato N del porto, dove pare siano stati installati dei corpi morti rinviati in banchina.
Previste colonnine per acqua e luce, al momento non ancora allacciate (estate 2016).
Un distributore di carburante alla radice del nuovo molo, ma il carburante viene anche consegnato da una piccola autobotte.
Servizi a terra
Possibilità di spesa completa a Skala.
Trattorie.
Gas greco e Camping gas.
Noleggio di motorini e biciclette.
Bus per la chora e per il Monastero.
Collegamenti con Atene (Pireo), Rodi, Kos e Samos.
Cosa vedere a terra
Imperdibile la visita alla chora, che è davvero molto curata e inusuale, con dei palazzotti piuttosto eleganti caratterizzati da bei portali di pietra.
Sovrasta la chora l’imponente Monastero di San Giovanni il Teologo.
Ricordarsi di portare degli abiti adatti alla visita (per le donne bastano dei parei e pantaloni lunghi per gli uomini).
Cercare di arrivare alla mattina, se si vuole visitare il Monastero.
Quando siamo stati noi, il pomeriggio, il monastero era chiuso.
Dalla chora si può ammirare un panorama mozzafiato su tutta l’isola.
Da visitare anche la Grotta dell’Apocalisse (situata tra Skala e la Chora), nella quale si racconta che San Giovanni il Teologo abbia scritto l’Apocalisse, sotto dettatura di Dio.